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L'Arte Dada

La Nascita del Dadaismo

Il dadaismo, una delle più celebri avanguardie di inizio Novecento, nasce nel 1916, precisamente il 5 febbraio. Di rado un movimento artistico beneficia di una data di nascita così precisa, ma nel caso degli artisti dada si può far coincidere l'atto fondativo con l'apertura del Cabaret Voltaire a Zurigo, il punto di ritrovo per antonomasia degli animatori dell'avanguardia. Il grande artefice del dadaismo è Hugo Ball, regista, filosofo e scrittore dal quale prende vita il caffè letterario Cabaret Voltaire e per riflesso l'intero movimento artistico.


Abbiamo anticipato come la patria del dadaismo sia la svizzera Zurigo, città neutrale nell'Europa sconvolta dalla prima guerra mondiale e di conseguenza rifugio prediletto da molti intellettuali in fuga dalle atrocità del conflitto. La più grande città della Svizzera accoglie in quegli anni il dublinese James Joyce, il rumeno Tristan Tzara ed il tedesco Hans Richeter, tanto per citare alcuni degli intellettuali che animano la tranquilla città.
In questa isola sicura, circondata da paesi in guerra, ed in un contesto culturalmente eterogeneo nasce l'avanguardia dadaista, un movimento che reagisce in maniera originale alla cupa atmosfera che avvolge l'Europa e il mondo.


Una delle maggiori suggestioni del dadaismo coincide con la distruzione, non lo sterminio della guerra, bensì una distruzione pacifica della tradizione culturale e del senso comune. Una decisa scelta di cancellare l'arte del passato per ricrearla in maniera assolutamente libera, slegata dal senso ed ispirata al caso...
Appare, allora, verosimile che anche lo stesso nome del movimento nasca da un nonsense, da uno dei tanti giochi amati dai dadaisti, sublimi maestri di provocazione.


Le opere dadaiste sono pungoli verso la società che va scossa al fine di rivelarne le contraddizioni insite in essa. Le opere di maestri come Tristan Tzara, Marcel Duchamp e Sophie Tauber non sono, pertanto, mere provocazioni volte ad impressionare gli spettatori e a distruggere la classicità, bensì scorci attraverso cui comprendere le grandi trasformazioni storiche e culturali che stanno spuntando dalle macerie della prima guerra mondiale.

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